Scritto da Roberto Perin.
Ora estraiamo il numero… Numero, numero…. 64! ….Tombola, anzi Champions!
No, non siamo a capodanno ma dal fracasso che immaginiamo possano aver fatto i tifosi gialloblu fuori dal AGSM Forum di Verona, l’impatto deve essere stato simile se non superiore.
L’Imoco Volley è nella Leggenda, Conegliano nella Leggenda. Nella storia, la squadra di Garbellotto e Maschio, già c’era ma mancava la classica ciliegina sulla torna. Che rischiava di esser un boccone indigesto da come si era messa la gara contro il Vakifbank di Guidetti.
Già perché quando c’è qualcosa di importante da conquistare, negli ultimi anni almeno, la storia parla molto italiano.
Sessantaquattro dicevamo. Un numero che vuol dire imbattibilità su tutti i fronti che parte da (molto) lontano. Dalla sconfitta ininfluente contro Perugia nel campionato 2019/2020 di ritorno dalla memorabile spedizione del Campionato per Club. Da li in poi solo il Covid-19 ha fermato la marcia delle Pantere. Un campionato cancellato come la Champions e la necessità di ripartire e cercare di ricostruire un percorso che si poteva solo sognare anche se la basi erano più che solide. Aver confermato praticamente l’intera rosa ed averla integrata con giocatrici come Fahr, Adams e Gicquel è stata una scelta azzeccata.
Tutto per fare in modo di vincerle tutte. D’altronde lo schema è semplice: se vince sempre vinci tutto. Tutto chiare, lineare, cristallino. Ma ci sono anche gli avversari certo ma questa squadra se non ha raggiunto la perfezione poco ci mancava. Ok nella finale di sabato non avranno espresso il classico gioco stellare che si era visto nel campionato italiano ma signori, esser sempre sotto nei set, recuperare tornare sotto 0-4 al tie-break finale vincere di 3 non è cosa che capita tutti i giorni.
E non si può dimenticare che 10 dei 15 punti del set finale li ha firmati chi? Si lei, l’MVP della gara con 40 punti, la stratosferica Paola Egonu da Cittadella capace di regalare a lei, alla squadra, ai tifosi davanti ai teleschermi e sparsi nel mondo la prima, storica ed unica Coppa che ancora mancava nella bacheca di una società nata appena 9 anni fa ed oggi sul tutto d’Europa e del Mondo (in carica). Un filotto di vittorie il Grand Slam riuscito solo a Bergamo degli anni migliori targati Foppapedretti.
Una gara come dicevamo partita male e che vede nei volti e nelle espressioni delle travigiane una tensione che si taglia col coltello. Dall’altra parte le turche di Guidetti sembrano molto determinate e sono praticamente perfette per tre set, dove il Vakifbank si porta avanti per due volte prima 0-1 poi 1-2 nel conto dei set. Nel quarto set l’equilibrio la fa sempre da padrone anche se la sensazione è che le turche siano più “in palla” rispetto a Conegliano che rimane sempre molto contratta. Conegliano opera uno strappo sul 14-10 complici gli errori delle avversarie siano a questo momento perfette. Egonu comincia a carburare ma la battuta fa fatica ed entrarle. Il vantaggio rimane inalterato fino al 20-17 poi un errore in attacco ed una ricezione doppiomeno di Hill rimettono in carreggiata le turche. Caravello di immedesima in Superman e compie due autentici miracoli ma il Vakifbank impatta sul 21. Sembra l’inizio della fine. Santarelli ferma il gioco e parte una set con obiettivo 4 punti. Egonu mette il primo punto, poi il Vakifbank si porta avanti 22-23 ma prima De Kruijf, poi Hill ed un errore di Haak mandano le due formazioni al tre-break.
Che inizia male, malissimo per Conegliano: in un amen vanno sotto 0-4 e anche qui nubi nere si addensano sopra le teste. Nonostante il vantaggio cospicuo le facce aldilà della rete sembrano molto tese mentre Santarelli chiama il primo time-out. E ribalta il set. Egonu al cambio campop sul 8-6 realizza sei punti insieme al muro di De Kruijf e all’errore di Haak. Partita svoltata da controllare. La ricezione torna magicamente a funzionare come nei tempi migliori e Wolosz può gestire le compagne al meglio. Anche la difesa compie autentici miracoli ed è il punto numero 10 di Conegliano che probabilmente da la piega definitiva all’incontro: Rasic manda fuori in primo dopo due salvataggi miracolosi delle gialloblu e questo nella squadra di Guidetti può aver inciso maniera definitiva. Guidetti in un concitato time-out cerca di caricare le sue ma oramai e tardi: Egonu è caricata a pallettoni firma il +3 a due punti dalla Coppa. Adams regala con un pallonetto quatto match point alle pantere. L’ultimo sussulto del Vakifbank porta le firme di Gabi e un’invasione di capitan Wolosz. Santarelli ferma tutto prima dell’apoteosi arrivata in differita: servizio di Gabi, ricezione di Moki (perfetta), wolosz per Egonu e boom, palla fuori. In rapido conciliabolo con le sue e Santarelli chiede il videocheck: la vittoria appesa ed un frame, ad un impercettibile tocco che può significare apoteosi. Le ragazze del Vafikbank si parlano sommessamente sapendo già quale sarà il responso. L’ingrandimento non lascia dubbi. Tocco di Zehra e Conegliano nella Leggenda!!!
Due anni di sofferenza, di attesa, di sudore e fatica. Contro gli avversari, la pandemia, tutto. E stavolta il cerchio si è chiuso perfettamente. 64 vittorie su 64 percorso netto. Solo tre tre-break disputati e solamente contro Scandicci nella gara d’andata dei quali di Champions ha rischiato di perdere subendo dei match point. Che dire una stagione difficilmente ripetibile ma che consegna alla pallavolo una formazione, una società un territorio che trasuda pallavolo. Prima la Sisley Treviso in campo maschile aveva fatto toccare al volley veneto altezze di questo tipo, ora anche l femminile grazie a Conegliano. Brave, bravi tutti. Dalle atlete, allo staff, alla Società ai tifosi. Si i tifosi quelli non invitati alla festa causa pandemia ma che si sono organizzati o fuori dal palazzetto o davanti a qualsiasi schermo per non perdersi una giornata storica. Quel pubblico che è il cuore pulsante e per cui gli sport sono eventi di massa. Fortunati quei 300 (?) spettatori che hanno potuto assistere a questa Super Finals dal vivo. E speriamo che la prossima stagione oltre a confermare in massa la squadra, si possa rivedere il Palaverde e gli altri palazzetti pieni o comunque pullulanti della linfa vitale che è il tifo quello sano e sportivo che si respira nel volley.
Non ci sarà Hill, colonna portante delle ultime stagioni di Conegliano. Tornerà in patria a giocare forse nelle nuova lega. La rivedremo almeno alle Olimpiadi poi chissà. Non ci sarà McKenzie Adams, che da tempo ha firmato per Istanbul sponda Ezcacibasi. E speriamo siano solo queste le defezioni per Conegliano visto che attorno tutti hanno confermato gran parte degli organici per sfidare la corazzata gialloblu.